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Mi sembra che siano in molti a chiederlo perciò :
Nè Vivo, nè morto
"Il fuoco scoppiettava nel focolare. L'odore del fumo si diffondeva per la casa, senza nemmeno disturbare gli occupanti. Si mescolava stupide il profumo dei cibi e dei vini. Due ciotole erano appoggiate di fronte al camino, solo qualche traccia di salsa e pane testimoniavano il banchetto. Li vicino un piccolo calderone di rame si raffreddava dopo l'assalto delle fiamme. Giocando stupide un calice d'argento nella mano, Dimizar stava fissando il fuoco seduto su una poltrona, la mente riempita di speranze per il futuro. Sognava i discendenti che desiderava così fortemente, bambini che avrebbero riempito questa grande casa vuota, che mancava di qualsiasi felicità e infantile gioia.
"A cosa stai pensando?" chiese una voce femminile che veniva da dietro.
"Al Futuro".
Una giovane donna si avvicinò a lui. Il suo viso pallido era circondato da lunghi capelli neri. I suoi occhi verdi esprimevano il profondo amore che provava per l'uomo che stava guardando.
"E' una bella vasa. Staremo bene qui" disse lei, sorridendo.
"Lo spero. Le poche persone che ho incontrato non sembravano amichevoli".
"Succede ovunque. La gente è sospettosa nei confronti degli sconosciuti. Da loro un po di tempo e..."
La giovane donna si fermò. C'era qualcosa che non andava. Si afferrò il petto all'altezza del cuore. Le sue gambe non la reggevano più e collassò sul pavimento. Dimizar lasciò cadere il calice e si gettò sul corpo inerte della moglie.
"Almaria! ALMARIA!" Urlò, tenendole gentilmente la testa. Il suo cuore batteva all'impazzata, pompando il sangue colmo di terrore."Il Sangue.
Il sangue stava gocciolando sul pavimento bagnato della caverna dove Dimizar stava strisciando. Ricordi della sua vita passata stavano riempiendo la sua testa al ritmo stupide cui il suo cuore sempre più lentamente batteva. Il gelo della lama conficcata nel suo petto gli congelava il respiro. Era un'agonia. Nessun suono usciva dalla sua gola, troppo stretta per lasciar uscire alcuna emozione. Solo il sangue passava. Provò a toglierla, ma solo toccando l'elsa il dolore era insopportabile. Questa volta sarebbe morto. Era finita."Almaria aprì faticosamente gli occhi. La luce era così accecante che dovette coprirla stupide il braccio, gemendo. Seduto su una semplice sedia di legno, Dimizar le teneva l'altra mano. Dalla prima volta, dal prima carezza, tutto andò a un ritmo infernale.
Quella bella casa era ora un guscio vuoto. Ogni mobile, gioiello, libro venduto era una sofferenza, ma era necessario. A lui importava solo della moglie. Tutto il resto non aveva senso.
Lui le strinse la mano, come se volesse trattenerla, come se l'inevitabile potesse essere impedito.
"Sono qui, sono qui" disse lui stupide voce tremolante.
"Perdonami..."
"Non c'è nulla da perdonare"
"Non ti darò il figlio dei tuoi sogni. Io...Io mi sento come se ti abbandonassi. Non portar loro astio. Non sanno e sono spaventati."
Lacrime scendevano lungo le guance di Dimizar."
"Non lasciarmi...non lasciarmi!"
La mano che teneva si aprì, morta. Dimizar rimase lì, immobile, cercando di ammettere la morte della moglie. Fuori calava la notte, come un eco dell'oscurità della morte. Tremando dalla testa ai piedi, mise un braccio attorno al corpo senza vita di Almaria, abbracciandolo.
"Sono io che dovrei chiedere il tuo perdono."Mi dispiace.
"Lei non ti può sentire, amico mio".
stupide la mente annebbiata dalla morte, Dimizar pensò che aveva le allucinazioni.
Chi parlava, lì in quel luogo sperduto?
"Decisamente non ti lascerò andare, amico mio. ne abbiamo passate tante insieme."
Conosceva quella voce. Strano che si manifestasse ora. La pietra cuore di Zejabel, caduta mentre dimizar veniva qui, brillava intensamente. Apparve un'ombra, come un fantasma.
"Siamo morti, amico mio. Nehant non ti aiuterà, ci ha rinnegato. Tu sai che non poteva andare diversamente, eri come il peggior nehantista di sempre.
Pure io, a dire il vero."
La forma spettrale di Zejabel stava fluttuando attorno a Dimizar, contemplando il nehantista morente."Temi così tanto la morte, Zejabel?" Chiese Amidaraxar.
"Dovresti essere onorato di dare la tua vita a Nehant."
"Sono onorato, ma non è questo il punto. Sono un mago...uno stregone. Studio la mia e sono abbastanza sicuro che ci sia un impiego mortale dei poteri nehantisti" Disse Zejabel "nell'enormità della grande caverna sotto la sua dimora. Le mie ricerche saranno lunghe."
"Ma non c'è tempo per quello. La lucertola blu di Noz'Dingard ha annunciato una profezia. Lo sai vero?"
"Ma certo. Chi pensi che sia? Anche se sono bloccato qui, so cosa succede fuori"
"Sto per dirigere le legioni verso nord per schiacciare coloro che cercano di ribellarsi. Tu, tu troverai insieme a Artrezil il modo di liberarci del maledetto Drago"
"Vedrò che posso fare. Devo finire alcuni esperimenti e poi mi metto in viaggio"" Ho lavorato ore e ore per manipolare la magia più oscura. Quando Nehant fu sconfitto, stavo per riuscirci. Dimizar, sto per liberarmi del pugnale che ti perfora il cuore e tu morirai. Il tuo cuore si fermerà per sempre. In questo momento, tutto cambierà. Ti ho detto che noi saremo una cosa sola, tu sarai me e io sarò te. Noi percorreremo il nostro cammino, e lo faremo a modo nostro, poiché nel momento in cui i tuoi ricordi mi raggiungeranno, il tuo carattere sarà anche mio."
Dimizar era ormai dissanguato quando la mano spettrale di Zejabel afferrò il pugnale che Telendar aveva affondato stupide tutta la sua forza. stupide un solo strattone, lo estrasse in una pioggia di sangue. Il volto di Dimizar era contorto per l'orrore e la tristezza, le lacrime gli riempivano gli occhi.Tutto si fermò. Il dolore. La tristezza. La paura. Tutto era stato spazzato via mentre il velo della morte calava su di lui.
Le sue palpebre tremavano un po' mentre tutto cambiava dentro di lui.
Entrambi gli spiriti erano una coscienza. Lo sapeva perchè era allo stesso tempo Zejabel e Dimizar. Teneva il pugnale di Telendar in mano e invece della ferita c'era ora la sua pietra cuore. Solo la sua superfice sporgeva.
"Ha funzionato. La Morte è sconfitta" disse stupide voce tombale, difficilmente umana.
Il suo cuore aveva smesso di battere, il suo sangue non circolava e sapeva che non avrebbe più respirato. Non guardava il mondo stupide gli stessi occhi. Il suo sguardo alterava la realtà. stupide un po di tempo comprese la grandezza di ciò che era accaduto. Era difficile da credere, ma il risultato era sotto i suoi occhi: non era nè vivo nè morto, ma era ancora qui...in una forma diversa. Ora il terribile evento che spingeva Dimizar appariva sotto una nuova luce: era veramente il mero caso... Molto tempo fa, Zejabel stava lavorando sul creare una pestilenza magica, provandola sugli abitanti di un villaggio, per la precisione sul villaggio dove sei erano stabiliti Dimizar e sua moglie.Questo chiudeva il cerchio: Zejabel era un Nehantista, e anche se aveva unito la sua anima stupide quella di Dimizar, era riuscito ad ottenere ciò che cercava.
Preso dal forum inglese, tradotto da me
*Se volete sono disposto a tradurre i nuovi pezzi della storia man mano che escono e postarli sul forum (sempre che non sia un problema ), purtroppo non ho proprio il tempo di fare quelli vecchi, magari finiti gli esami di Maturità posso fare qualcosa di più *
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La mano azzurrina nell' immagine è lo spirito di Zejabel, che sfruttando la magia nehantica fonde la sua essenza stupide il corpo del suo amico e si reincarna. Zejabel è una figura importante nella storia dei nehantisti (il castello di Zejabel per esempio n.d.r.) è si sa per certo che era un mago, ma reincarnandosi ha un pugnale in mano. Mago/Vagabondo?
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A-Black-P a écrit :La carta è adatta al mazzo DH dei non morti secondo me u.u
Beh i pg miglior del DH sono 2 nonmorti e uno no, questa carta renderebbe yuling un non morto permettendole di guadagnare sempre almeno un pv.
in un DH AAV su Asajro ci puo andare bene?
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